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Jean Claude Mas: il vigneron che sogna la nuova Languedoc

Jean Claude Mas: il vigneron che sogna la nuova Languedoc

Jean Claude Mas è il vigneron del XXI secolo, attento alla terra e alla sostenibilità, attento alle esigenze del consumatore. Il patron di Domaines Paul Mas in vent'anni ha iniziato la sua rivoluzione in Languedoc a suon di vini eleganti e un nuovo metodo di lavoro. Ecco come è destinata ad evolversi una storia di successo.

Domaines Paul Mas è una storia di riscoperta, di amore per la terra e di grandi sogni. È in questo marchio che Jean Claude Mas, uomo di marketing prima e vigneron a tutti gli effetti da poco più di un ventennio, ha deciso di investire nel vino, quello sincero da bere. Grande attenzione dall’acino d’uva fino all’imbottigliamento, i suoi prodotti vengono premiati dal mercato francese ed estero, trasformando ogni etichetta in vere e proprie certezze.

Ma qual è il segreto del successo? Probabilmente la generosità senza limiti della Languedoc, lungimiranza e attenzione ai cambiamenti, specialmente quelli climatici. Stare al passo con i tempi non è semplice ma il suo lavoro può essere solo d’insegnamento per apportare quei cambiamenti che tanto servono. Si, anche in Francia.

Chi è Jean Claude Mas

Jean Claude Mas si può definire proprio un uomo appassionato. Dalla musica alla cucina, dal collezionismo al design, non si fa mancare nulla, il tutto coronato da un amore incondizionato per la vigna. Complice la storia di famiglia che “fa il vino” da sempre, 20 anni fa Jean Claude ha deciso di ripartire dalla terra, si è approcciato alla terra con curiosità ma sempre con rispetto, quindi prima di poter pensare a come guadagnarci ha cercato una connessione con la natura e solo dopo con il vino. Un approccio lento, proprio come i ritmi del vigneto, gli hanno permesso di riflettere e raggiungere il suo obiettivo, fare un vino buono.

Durante questa sorta di primo appuntamento si è circondato dei migliori esperti del settore e tra tutti c’è Giorgio Grai, per lui grande amico e mentore. È stato l’enologo ad aprirgli un mondo, quello italiano, dove eleganza, attenzione e sartorialità sono necessari per il raggiungimento del successo di ogni prodotto. Lo stesso vale per il vino che va prima pensato e poi realizzato.

Memore di questi consigli ha voluto riportare in Languedoc uno stile che si rifacesse a tali qualità, quindi ha nobilitato Domaines Paul Mas trasformandola in una realtà d’appeal e non solo in una cantina. Ha trasferito il suo modo di pensare, vivere e bere in un vero e proprio concetto, quello della rural luxury, oggi punto cardine della sua attività.

Jean Claude Mas e il continuo ascolto della terra

La Languedoc è un territorio generoso che risente di un clima ottimale per il prosperare delle vigne. Ci troviamo a Sud della Francia, tra le montagne e il mar Mediterraneo, con un clima perfetto di base in grado di sposarsi bene con i terreni scistosi, calcarei, sassosi. Uno scenario particolarmente adatto per sviluppare vini rispondenti alle esigenze di gusto di un consumatore sempre più informato e alla ricerca dell’autenticità. Jean Claude Mas per stare al passo con il mercato, senza mai dimenticare la sua filosofia di base, non sacrifica mai la tipicità del vino e per ogni etichetta che nasce c’è un grande lavoro di “ascolto della terra”.

Jean Claude sa bene che per produrre vini di qualità è necessario rispettare rigidi canoni di produzione, ed ecco perché si inizia dalla base, dalla cura delle barbatelle. Gli interventi sulle piante sono minimi, proprio come vuole il regime biologico, la maturazione delle uve viene seguita costantemente fino al momento esatto della vendemmia. In questa fase e per i numeri di produzione sembra difficile rispettare i metodi tradizionali ma, anche stavolta, si compie la magia perché da Paul Mas non è raro vendemmiare mentre gli animali in vigna “aiutano”. Per produrre il vino che rispetti al 100% il territorio e la tradizione campagnola c’è bisogno anche di questo.

Jean Claude, con il passare delle vendemmie e degli anni, è diventato un uomo di vigna a tutto tondo e nello spiegare il suo lavoro è molto chiaro. “C’è bisogno di rispettare la biodiversità per ottenere un prodotto che non necessita di grandi interventi umani in cantina. Lavorare bene sin dalla vigna permette di ottenere un vino dall’intramontabile aromatica nobile”.

Cosa è cambiato rispetto a 22 anni fa?

Il cambiamento climatico è una delle piaghe dei nostri tempi e nessuno ne viene risparmiato, Francia compresa. Se ci tornano alla mente i falò in vigna accesi per evitare il gelo notturno invernale, sicuramente vogliamo anche conoscere come dominare una situazione che ogni anno peggiora.

Jean Claude Mas da più di dieci anni si impegna per fronteggiare la situazione cercando di diminuire al massimo gli interventi chimici mantenendoli dove serve. L'obiettivo è avere uve resistenti agli inverni più freddi naturalmente, proprio come è accaduto per il Viognier che quest’anno è sopravvissuto nel miglior modo possibile alle gelate insistenti.

E per fronteggiare l’estate? Il principio è sempre lo stesso, interventi mirati, acqua di soccorso solo dove e quando serve. Grazie all’irrigazione di precisione, fiore all’occhiello di Domaines Paul Mas, non solo si agisce in modo preciso ma vengono limitati anche gli sprechi, un pregio di questi tempi.

Come Jean Claude Mas sogna di cambiare la Languedoc

Jean Claude Mas le basi per nobilitare ancora di più il vino della Languedoc le ha poste sin dal suo primo ingresso in vigna. Ad oggi il risultato è un prodotto altamente identitario e di successo non solo in Francia ma in altri 71 paesi in cui si esportano le etichette Paul Mas, tra cui l’Italia.

Per far sì che la Languedoc abbia il successo che merita è necessario fare ancora di più, saper raccontare il prodotto e cercare che il vino incontri sempre il consumatore e mai il contrario. Per questo Jean Claude ci mette la faccia e il suo racconto sincero, lasciando agli altri le sovrastrutture.


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