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Janare aggiunge un altro tassello in fatto di vini vulcanici e lo fa con la linea Anima Lavica. Una Falanghina in due versioni, ferma e spumantizzata, sussurra al calice una versione di Campania “esplosiva” in sinergia con il fortunato claim aziendale “una magia che non finisce mai”.
La linea Anima Lavica è l’ultima arrivata nel progetto Janare firmato La Guardiense (qui il racconto del progetto iniziato nel 2021). Il vitigno è sempre lo stesso, la mitica Falanghina della Valle Telesina e il modus anche, quello del cru itinerante. Al timone di questo progetto nato sotto il segno della cooperazione c’è l’head oenologist Marco Giulioli che, con un entusiasmo senza pari, punta tutto sulle potenzialità di un suolo unico e ricco. Mineralità e acidità sembrano avere grande importanza nella costruzione di un prodotto ottimale. Ma saranno solo questi gli elementi essenziali per dare vita al “vino del futuro”? Scopriamolo attraverso le sue parole.
Per comprendere il vero spirito della linea Anima Lavica si parte dal territorio. Siamo nel Beneventano, nella Valle Telesina con sfondo Monte Taburno. È qui che milioni di anni fa l’esplosione dei Campi Flegrei ha contribuito a creare un suolo unico proprio attorno al monte, un perfetto scudo. Due lati, l’ovest vulcanico con un’alta presenza di materiale lavico tra cui l’ignimbrite e l’altra, invece, alluvionale, ma non troppo. Due facce della stessa medaglia, quella di Anima Lavica, un progetto nato per caso, ma in grado di imporsi nell’offerta commerciale dell’azienda. Un ruolo importante lo ha avuto la ricerca, quel tassello fondamentale a cui il team di enologi, con Marco Giulioli in testa, non può e non deve rinunciare.
Secondo l'enologo il territorio da cui nasce Anima Lavica è unico e l’entusiasmo con cui ne parla è quasi contagioso “Quando ho ritrovato la mappa di zonazione dei suoli della Valle Telesina, stilata tra fine anni Novanta e inizio anni Duemila, è stato come scoprire un tesoro: la frammentazione dei suoli e il lato vulcanico ben delineato mi hanno fatto capire che bisognava cogliere l’opportunità di fare qualcosa di unico. Con l’azienda abbiamo valorizzato questi terreni e le loro straordinarie differenze. Il suolo vulcanico trasmette una forte identità in fatto di uve e vini rendendoli riconoscibili e ben definiti”.
La linea Anima Lavica contempla due espressioni, spumantizzata e ferma, 100% Falanghina che parla di Sannio e antiche esplosioni, e arriva a noi in grande forma grazie al concetto di cru itinerante, modus operandi tipico de La Guardiense. Il primo viene prodotto con Metodo Charmat o Italiano, su cui si è intervenuto il meno possibile. Una sosta sui lieviti brevissima di circa tre o al massimo quattro mesi per ottenere lo spumante, senza aggiunta di zucchero. Secondo Giulioli l’obiettivo è “far capire a noi operatori in primis e chi assaggia poi, la differenza che scaturisce dal suolo. Territorio unico, sabbioso e vetroso, in prossimità del fiume Calore, con una composizione del del tutto simile a quella fiumana, ma con l’apporto vulcanico. Ecco la nostra scelta per le basi spumante”.
La versione ferma della Falanghina, invece, prende tutta la sua energia dalla parte ovest della valle, quella dove il terreno è pieno di materiale vulcanico e ancora, dopo milioni di anni, i segni sono visibili sul terreno che sembra quasi crepitare. La mineralità è uno degli aspetti preponderanti di questo vino, però mai penalizzante o totalizzante. Nel complesso l’armonia viene preservata, il vino si mostra adeguatamente forzuto, adatto per aperitivi di grande eleganza.
La Cooperativa La Guardiense, all’opera dagli anni Sessanta nel Beneventano, durante gli anni ha saputo cogliere le migliori opportunità per proiettarsi nel futuro. Tra le innovazioni c’è certamente un’opera di mappatura dei terreni affidati a ognuno dei mille soci. Grazie a questo, oggi è possibile costruire e coltivare il concetto di cru itinerante. Ma di che si tratta? Cogliere le uve migliori di un determinato terreno che in quel determinato anno è stato eletto perfetto in fatto di caratteristiche pedoclimatiche. Per fare questo è importante affidarsi al controllo umano ma non solo, anche a mezzi tecnologici sempre in continua evoluzione. Non è un caso che esista un’app supportata dalla Regione Campania adatta allo scopo. Tutti i soci de La Guardiense ne sono dotati.
A tutto ciò si aggiunge sempre il controllo dell’uomo, in questo caso di un comitato addetto al controllo qualitativo delle uve. Per Marco Giulioli lo staff tecnico è fondamentale in ogni fase dell’anno, soprattutto prima della raccolta “Il comitato tecnico costituito da alcuni soci dell’azienda, viticoltori esperti che supportano l’ufficio enologico nel monitoraggio territorio e mappatura, sono chiamati quando si rivela necessario compiere valutazioni obiettive su ciò che si vuole portare in bottiglia, dalle caratteristiche tecniche fino a quelle gustative. I vini vulcanici della nostra valle sembrano proiettarsi verso la modernità. Leggerezza, freschezza olfattiva, acidità intensa, vini non troppo strutturati, ma espressivi dal punto di vista gusto olfattivo sono ciò che vogliamo”.
Così come accade per la moda anche nel vino le tendenze sono necessarie per potersi posizionare sul mercato nel miglior modo possibile. E a questo punto qual è la risposta alla domanda? Secondo l'enologo Giulioli “Oggi la mineralità è in grado di contraddistinguere e identificare un certo vino, elemento centrale per il consumatore che sceglie una certa bottiglia. Janare, con Anima Lavica, va in questa direzione, in particolare sotto il segno della mineralità a cui aggiungere anche una buona acidità. Questo binomio, sotto il nome Anima Lavica, è la sintesi perfetta della Falanghina del futuro”.
La linea Anima Lavica è stata presentata il 2 febbraio 2023 presso Palazzo Petrucci a Napoli. L’executive chef Lino Scarallo si è messo a servizio dei vini vulcanici di Janare creando un connubio vincente tra buono del mare, tradizione campana e voglia di guardare oltre il classico da portare a tavola. Una sintesi gustosamente annunciata come perfetta perché esalta, con buoni contrasti e indovinate concordanze, gli aspetti classici dei vini Janare e Anima Lavica. Su tutti spicca mineralità, freschezza nei profumi e facilità di beva.
Falanghina Anima Lavica e Parmigiana di Bufala |
Vista da Palazzo Petrucci |
Da destra l'enologo Marco Giulioli e il presidente della cooperativa Domizio Pigna posano con i rappresentanti della Regione Campania |
Pietralata- Greco |
Senete- Falanghina con tagliolino di calamaro con alga e vongole |
Cantari- Aglianico Riserva |
Chef Lino Scarallo posa con il Presidente Domizio Pigna |