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Bolgheri: Tenuta Sette Cieli presenta l’annata 2018 del monovarietale chiamato Scipio, il Cabernet Franc interpretato secondo precisi canoni di eleganza e precisione. Ideale vino da meditazione racconta di terre senza tempo e storie fiere.
Siamo sulle colline di Bolgheri, a 400 metri sul livello del mare, è qui che Tenuta Sette Cieli dà vita a Scipio, il Cabernet Franc finemente interpretato per raccontare il territorio. Il nome, evocativo, si rifà a Scipione l’Africano, storico generale romano che sconfisse Annibale nella seconda guerra punica nel 202 a.C. e i suoi caratteri sono talmente particolari e invitanti tanto da definirlo vino da meditazione, memorabile e deciso. Scipio è prodotto con uve 100% biologiche e si concentra in pochissime e pregiate bottiglie.
“Potremmo dire che Sette Cieli crede nel Cabernet Franc, ma sarebbe più corretto affermare che è il Cabernet Franc a credere in Sette Cieli – spiega Ambrogio Cremona Ratti, titolare dell’azienda – Scipio, infatti, non nasce da un progetto enologico disegnato a tavolino bensì da esperimenti e prove in cantina. In origine le uve di Franc erano destinate ai blend, ma negli anni, durante le fasi d’invecchiamento in barrique, sono emersi alcuni tratti a dir poco affascinanti. Abbiamo scelto di indagare la varietà in purezza dando vita a Scipio, che negli anni si è affermato come cru della nostra produzione”.
Grazie a un terroir unico e vocato, il Cabernet Franc esprime una sorprendente complessità aromatica. Il microclima soggetto a importanti escursioni termiche e il terreno non troppo vigoroso permettono una maturazione omogenea e completa dell’uva. Da qui la scelta del sistema di allevamento guyot, con una densità di 9.300 ceppi per ettaro, per un totale di due ettari vitati a Cabernet Franc. In ottobre le uve sono selezionate a mano e accuratamente lavorate. La fermentazione alcolica avviene spontaneamente, innescata da lieviti indigeni in vasche di acciaio a temperatura controllata, con una macerazione di circa un mese sulle bucce. Il vino sosta 15 mesi in barriques di rovere francese, di cui il 40% di legno nuovo, e completa il suo affinamento con ulteriori 24 mesi in bottiglia.
“La 2018 è stata un’annata favorevole – afferma Elena Pozzolini, enologa e AD di Sette Cieli – I 1020 mm di pioggia, l’agosto non troppo caldo e il settembre mite hanno portato a una buona maturazione delle uve. Condizioni molto diverse rispetto al 2017, dove le alte temperature e le pochissime precipitazioni ci avevano portato a una vendemmia anticipata”.
La storia di Sette Cieli inizia nel 2001 con l’impianto delle prime viti, mentre la produzione prende avvio dal 2004. Lo stile della Tenuta si presenta preciso e rispettoso della materia prima, in un confronto continuo con la natura al fine di racchiudere la personalità del terroir e la storia di ciascuna annata. Approccio evidente in Scipio 2018 che per complessità e struttura si può definire una rarità in termini di eleganza.
Scipio 2018: non chiamatelo solo Cabernet Franc |
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