La Pettegola di Banfi Limited Edition 2023 è ancora più cool con la firma di Noma Bar
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Il Don, Nebbiolo Doc Monferrato di Montalbera nasce per suggellare un rapporto già antico con il territorio del Monferrato e che, secondo la famiglia Morando, non significa solo Ruché. Il progetto traccia un nuovo percorso aziendale dalle grandi potenzialità.
Chi dice Nebbiolo dice Langhe, ma è bene ricordare quanto tutto il Piemonte sia vocato per il vitigno, dandone diverse interpretazioni a seconda del terroir. A questo punto anche nel Monferrato si prova a dare un’interpretazione del Nebbiolo uscendo dalla solita comfort zone. Per farlo ci vuole qualcuno che pensi in grande e, certamente, Montalbera sa bene come farsi notare. Una nuova sfida da affrontare con il classico ticket, Franco Morando, Direttore Generale dell’azienda, e l’enologo Nino Falcone che, con la vendemmia 2021 e un vigneto impiantato solo 4 anni prima, ha dato vita a Il Don.
La vigna si trova nel Comune di Montemagno, chiamata Don Bosco. Qui Montalbera possiede i suoi 110 ettari, ora Nebbiolo compreso. Si tratta di un Nebbiolo in purezza prodotto con macerazione prefermentativa a freddo per 5 giorni, inoculo lieviti e fermentazione alcolica con macerazione per ulteriori 10 giorni. Due travasi di fine fermentazione, fermentazione malolattica in acciaio e la massa viene poi affinata in botte grande di rovere di slavonia per 8 mesi circa. Imbottigliamento e riposo per 2 mesi in bottiglia prima della commercializzazione. Nasce così Il Don Nebbiolo Doc Monferrato che riprende i classici sentori definiti da Franco Morando “nebbioleggianti” ma non solo. Su questa nuova etichetta si ripongono grandi speranze e prospettive di evoluzione incoraggianti.
Solo 7.500 bottiglie per Il Don a cui il mercato ha risposto positivamente per la sua facilità di beva senza risultare banale. Ma quali sono i progetti per il futuro? A dire la sua è Franco Morando “La prossima annata sarà di certo più strutturata per una maggiore gradazione alcolica ed un affinamento in legni pregiati che conferiranno al vino una spiccata identità. È il nostro ultimo nato, lasciamogli il tempo di crescere e maturare, sono certo che saprà sorprenderci”.
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