Il Trentino è stato riconosciuto come la migliore area vitivinicola a livello internazionale, ineguagliabile in Italia per la sua diversità con oltre 10mila ettari di viti, 164 cantine e un milione di ettolitri prodotti con la Denominazione di origine protetta.
Il titolo di “Wine Region of the Year 2020” è stato attribuito al territorio da Wine Enthusiast, autorevole magazine newyorkese tra i più importanti al mondo per il tema del vino. La cerimonia di consegna del premio è in programma giovedì 28 alle ore 19, sulla piattaforma streaming https://wineenthusiastwinestarawards2021event.com/invite/. A ritirare il riconoscimento sarà l'assessore provinciale all’agricoltura Giulia Zanotelli, in qualità di rappresentante istituzionale del Trentino. Le persone iscritte potranno partecipare attivamente inviando dei messaggi durante la diretta.
“Questo prestigioso riconoscimento ci rende particolarmente orgogliosi - commenta l'assessore Zanotelli -. Il plauso va alle numerose aziende vitivinicole trentine, che con dedizione, passione e sacrificio sanno esprimere al meglio il nostro territorio attraverso le loro etichette dall'indiscussa qualità e dal carattere distintivo. E' un grande onore per me rappresentare in questo contesto il settore e colgo l'occasione per invitare i numerosi estimatori americani a venire a scoprire di persona, quando si potrà, i luoghi e le eccellenze di questa terra alle pendici delle Dolomiti patrimonio dell'Unesco”.
Nell’esprimere la propria soddisfazione per il prestigioso riconoscimento di Regione vinicola 2020, attribuito alla provincia di Trento, l’assessore all’agricoltura Giulia Zanotelli ricorda gli sforzi messi in campo dai viticoltori: “L’adozione su vasta scala del sistema di difesa integrata risale agli anni Ottanta ed è stato promosso dalla Provincia attraverso un protocollo d’intesa sottoscritto dai produttori, con l’obiettivo di favorire una particolare attenzione a salubrità e sostenibilità. Nel 2020 sono state 6.000, ossia quasi la totalità, le aziende trentine produttrici d’uva che hanno aderito al sistema di qualità nazionale di produzione integrata: si tratta della prima esperienza di questo genere in Italia per il settore vitivinicolo. Il metodo di coltivazione biologico interessa ad oggi una superficie di circa 980 ettari di vigneto, pari al 12% del totale. Il numero delle aziende in conversione è in costante aumento e lascia intravedere un incremento importante per i prossimi anni. Si tratta di un tema sempre più al centro dell’agenda politica, tanto che stiamo lavorando ad una legge provinciale ad hoc”.
A causa dell’emergenza Covid, la presenza di ospiti sul territorio trentino ha subìto un’importante flessione, ma guardando avanti l’Amministrazione provinciale scommette sul rafforzamento del connubio tra agricoltura e turismo: “Negli ultimi anni – osserva l’esponente dell’esecutivo – la Provincia sta modificando il proprio approccio alla promozione turistica, affiancando alla tradizionale valorizzazione di un’offerta territoriale di grande qualità, anche sui fronti dell’ambiente e del paesaggio, gli aspetti della qualità delle produzioni agroalimentari, inserite in un contesto di filiere produttive tradizionali in grado di far assaporare all’ospite i valori autentici di un’esperienza a tutto tondo”.
Nell’ambito di questa nuova strategia promozionale, si colloca una diversa e coerente organizzazione dei servizi, improntata ad una più forte collaborazione: “Il settore del vino ben si presta a favorire una forte connessione tra territorio e prodotti, tanto che a breve sarà pubblicato un nuovo regolamento dedicato all’enoturismo, con l’obiettivo di sviluppare maggiormente l’offerta turistica del nostro territorio con percorsi che coniughino le esperienze sul territorio, tra musei, castelli e natura e l’opportunità di visita a cantine tradizionali e innovative” afferma Zanotelli.
Il mercato statunitense del vino è estremamente competitivo ed i consumatori possono essere sopraffatti dalla vasta scelta. Il Trentino è comunque convinto che i vini locali possano raggiungere sempre nuovi palati e rimanere competitivi: “Pur essendo un piccolo territorio, presenta una forte biodiversità sotto il profilo climatico e varietale con vini autoctoni come Nosiola, Marzemino e Teroldego, ma anche internazionali come lo Chardonnay e il Pinot Grigio. Un discorso a parte merita il TrentoDoc, per il quale riteniamo ci sia una grande potenzialità di crescita: il nostro territorio di montagna vanta una tradizione spumantistica secolare ed esprime vini di grande finezza ed eleganza”.
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