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I migliori assaggi del 2023 secondo Wineroots.it

Puntuali come un orologio anche per il 2023 eccoci con i vini che più ci sono piaciuti quest’anno. Un ideale viaggio tra le diverse zone vinicole d’Italia che nascondono incredibili storie di cantine. Ecco tutte le scommesse vinte – secondo Wineroots - da enologi e vignaioli. Come ogni anno ricordiamo che questa non è una classifica.

Se non ora quando- Vino frizzante ancestrale Floriana e Andrea

Floriana e Andrea hanno scommesso tutto sul Negroamaro, però a modo loro. Una coppia di produttori desiderosa di raccontare il Salento senza fronzoli a tavola, con i loro vini ce l'hanno fatta alla grande. Pochissime bottiglie, Se non ora quando, è una sfida vinta. Lavorazione ragionata e meno interventista possibile in vigna in cantina, sono i presupposti per portare a tavola un vino da aperitivo dalle tinte rosa e curioso dal naso al gusto, davvero degno di nota. Un calice che ci porta lontano dai grandi classici della Puglia, un vero inno alla libertà.

Morellino di Scansano Docg, ed. Speciale Orto Giusto – Vignaioli di Scansano

Anche quest’anno la cantina Vignaioli di Scansano sposa un progetto di integrazione sociale e lo fa con l’associazione l’Orto Giusto. Ne nasce una speciale etichetta di Morellino inedita, disegnata dai ragazzi dell’associazione che si sono misurati con il lavoro in campagna e cantina per comprenderne la vera essenza. Ne viene fuori una sintesi di colori, suoni ed immagini, che vanno a promuovere un vino piacevole nella beva e che mette sempre tutti d’accordo. Bere bene, fare del bene. Valori sempre apprezzati a questo mondo.

Cremisi Zero Infinito 2022 – Azienda Agricola Pojer e Sandri

Fresco fresco di vittoria nella categoria spumanti della Terza rassegna di Piwi organizzata dalla Fondazione Mach, il Cremisi di Pojer e Sandri si distingue per il suo essere al passo con i tempi e di classe, tutto riassunto nella linea Zero Infinito a firma Mario Pojer. Zero impatto chimico in campagna e cantina, senza lasciare mai nessun passaggio al caso, porta alla purezza assoluta del prodotto, cosa che l’enologo ha sempre voluto, senza mai sottovalutare la piacevolezza, si intende. Si tratta di un vino rosato frizzante col fondo in cui si distingue nettamente la nota di rosa, fragola, lampone e melograno. Gusto succoso, fragrante, sapido. Un vino che racconta i Piwi come non li avete mai assaggiati.

MaWi 2020- Maculan

Fausto Maculan, all’alba dei suoi primi cinquant’anni da enologo, non si ferma e ci mostra il segreto della sua longevità vinicola: studiare. Curioso per natura e professionista di grande levatura, si misura col mondo dei Piwi iniziando dalla missione più difficile, vinificare il Cabernet Volos e Merlot Khorus, mettendoci un pizzico d’ingegno, l’appassimento. Il nuovo vino è nato nel 2020 in sinergia con il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Padova, all’interno del progetto Passaporto Ambientale per i prodotti agroalimentari della Montagna Vicentina, finalizzato a ridurre l’impronta ambientale dell’azienda e lo dimostra il packaging più leggero e con un etichetta ricavata da cotone riciclato. Una scanzonata espressione pop di quanto i resistenti possano stare bene a tavola e convivere con l’enogastronomia più tradizionalista.

Grande Annata Rosè 2017 – Costaripa Mattia Vezzola

Quanto deve essere grande una bollicina per entrare nel nostro cuore per sempre? Lo sa bene Mattia Vezzola che proprio di bollicine e rosè ne ha fatto una ragione di vita. La sua Grande Annata Rosè 2017, rigorosamente metodo classico, è piaciuta per eleganza al bicchiere, digeribilità, come l’enologo insegna, piacere. Tutto questo si racchiude in un quinto di un millimetro, la dimensione perfetta della bollicina incredibile. Nel suo cinquantenario da enologo, Vezzola continua a superarsi e a insegnare come sia importante la sua figura in cantina per portare in alto, ogni giorno, il nome del vino italiano.

Picius Viridis Verdicchio dei Castelli di Jesi Classsico Superiore DOC - La Canosa

Di Verdicchio ci si può innamorare e delle Marche anche, soprattutto a primo sorso. La Canosa in questa mission ci riesce benissimo e porta in tavola una bottiglia pregiata che esprime un territorio nobile e alla riscoperta di tutte le sue qualità, molto spesso, non esaltate come si conviene. Ne deriva un vino scanzonato, dalla raffinata acidità mai eccessiva e una mineralità delicata. Tutti segni che denotano un ingentilimento del Verdicchio che però, non perde la forza necessaria per identificarsi con le Marche.

Sylvaner 2022 Alto Adige Valle Isarco Doc- Pacher Hof

L’Alto Adige è una terra di grande tradizione, così come i vini, ancora in grado di emozionare, proprio come Pacher Hof sa fare. Il Sylvaner della Valle d’Isarco piace perché con la sua austerità non smette di essere al passo con i tempi, anche se bisogna fare come si è sempre fatto. Parola di Andreas Huber. Nella storica cantina della Valle di Isarco secolo nasce quella che definiremmo la magia. Grappoli delicatamente spremuti e lasciati fermentare in grandi cisterne di acciaio e, in parte, in botti di legno. Ne deriva un vino elegante, ma dalla ricetta semplice ed efficace, un vero evergreen che conquisterà per sempre il nostro cuore.

Donà Rouge 2017 Mitterberg IGT - Hartmann Donà

Harmann Donà, vignaiolo altoatesino tradizionalista, punta tutto sulla sua amata Schiava, vitigno autoctono più tipico dell’Alto Adige e su questi presupposti, dopo anni come consulente presso altre cantine della regione, firma un suo progetto che parte dalle vigne di famiglia. Donà Rouge è il frutto di un lavoro artigianale e di un’idea, portare sul mercato il rosso altoatesino in grado di competere con etichette blasonate, con numeri di nicchia. Ci è riuscito benissimo grazie a tutte le sperimentazioni che hanno visto la Schiava protagonista anche per lunghi invecchiamenti. Ne viene fuori un vino che affina in botte brade per due anni e altri due in bottiglia. Si presenta delicato al naso con le classiche note di frutti rossi e sentori balsamici, per imporsi al palato come un vino importante, mai polveroso. Un progetto ambizioso e di gusto, capace di far ricredere sulla schiava anche il bevitore più scettico.

Verdicchio di Matelica Doc 2020 - Tenuta Grimaldi

Il Verdicchio di Matelica è l’asso nella manica che i conoscitori delle Marche tirano fuori quando vogliono celebrare il bianco regionale. Il territorio in cui si produce è davvero esiguo, ma la potenzialità che ha è davvero immensa dal punto di vista paesaggistico ed enogastronomico. da Tenuta Grimaldi si è deciso di racchiudere in bottiglia tutto questo lavorando sulla qualità del vino, ma non solo, anche sulla sua capacità di conquistare il bevitore meno esperto. Ne viene fuori un vino potente, piacevole per il suo finale mandorlato e longevo, proprio come testimonia il 2020. Un vino che ci farà innamorare delle nuove leve marchigiane e delle buone idee da bere.

Dogajolo Oro Toscana Rosso IGT ed. 30 anni - Carpineto

Dogajolo di Carpineto compie 30 anni ed è il momento di celebrarlo come si conviene, con un restyling oro. Sangiovese 85% e Cabernet Sauvignon, passaggio in legno di 9 mesi, si propone come un rosso di alto profilo mai polveroso, ma alla portata di tutti. Caterina Sacchet, enologa di Carpineto, lo definisce un vino innovativo e generoso. Insomma, al passo con i tempi. La convivialità è la parola d’ordine che si rinnova ad ogni calice.

Nocera Sicilia Doc - Planeta

Quando si parla di tradizioni la Sicilia è indubbiamente un passo avanti, soprattutto quando si parla di vino. Planeta, istituzione in materia, mette in bottiglia il Nocera, varietà reliquia che cresce a Capo Milazzo, affacciata sul Mediterraneo più blu. Una bottiglia semplice all’apparenza, ma con una storia imponente alle spalle. Vinificazione in acciaio per lasciare spazio ai sentori primordiali che si vogliono comunicare, quelli di tempi ormai andati, ma mai fuori moda. Il ricavato viene destinato alla Fondazione Barone Lucifero, proprietaria del fondo, in modo da finanziare attività benefiche che si svolgono proprio a La Baronia. Fare del bene non è mai stato così buono.


Barolo di Serralunga Docg 2016 - Ferdinando Principiano 

Tra le bevute più interessanti e naturali dell’anno, quello ben fatto si intende, c’è il Barolo di Ferdinando Principiano, che dal 1993 ha deciso di votare il suo futuro al vino, come tradizione di famiglia vuole. Artigianalità senza essere piacioni è il tratto distintivo dei suoi vini, Barolo compreso. Austero e mai monotono, in grado di conquistare anche gli antinaturalisti per eccellenza. Il Barolo di Serralunga risulta il migliore per noi - nella categoria si intende - in termini di qualità e prezzo in un campionato che vede giocare solo top player. Fermentazioni spontanee, non c’è filtrazione o chiarifica, riposo per 24 mesi in botti da 20 e 40 ettolitri. Semplice ed efficace, la migliore ricetta possibile.

708 km rosso – Cembrani Doc

708 km Cembrani Doc potremmo definirlo un marchio di fabbrica più che un vino. Siamo in Val di Cembra, piccola perla nel cuore del Trentino del vino. ICembrani, il piccolo consorzio con la valle nel cuore, mette in bottiglia Schiava al 60% e Lagrein al 40% Tutte uve selezionate dai vigneti più promettenti nel territorio cembrano arrivano in bottiglia per formare un blend che rispetta la tradizione di un vino rosso trentino, assolutamente non banale e in linea con la piacevolezza che si cerca da un vino oggi. Terreno porfirico e calcareo come complici di eccezione, questo è un calice adatto per gli aperitivi più scanzonati non solo vista montagne. 

Gli stormi, Schioppettino di Prepotto- Colli di Poianis

“Scopp“ è il suono che produce un acino croccante di Schioppettino, questo dice la leggenda. Per l’azienda Colli di Poianis è una storia da raccontare senza troppi giri di parole. Una lavorazione semplice quella dello Schioppettino di Prepotto, allo stesso tempo elegante grazie all’impiego di rovere francese dosato, capace di ingentilire lo "scopp” senza perderselo per strada. Affinamento in acciaio e bottiglia quanto basta e subito al calice. Ne deriva un vino che ricalca la tradizionedel rosso friulano, di un passato glorioso e di quell’esplosivo in bocca a cui proprio non vogliamo rinunciare. 

Petrara Pecorello IGP Calabria - Cantina Elisium

I fratelli Andrea e Marco Caputo hanno saputo mettere in bottiglia l’autoctono firmato Calabria. Il Petrara di Cantina Elisium, Pecorello in purezza, rappresenta una sfida che parte dalla viticoltura più che eroica, infatti siamo alle pendici dell’altopiano silano, con tutte le difficoltà di lavorazione del caso. Qui i due fratelli sono riusciti a portare avanti la loro impresa tra Magliocco e Pecorello. E ce l’hanno fatta alla grande. Dopo dieci anni di lavoro e sacrifici Cantina Elisium è una realtà che dice la sua non solo sul territorio, ma anche oltre. Perché il futuro del buon vino sta tutto nel saper raccontarsi attraverso i fatti e i buoni calici.

Ridente Angelica Grillo Sicilia Dop  – Principe di Corleone

La famiglia Pollara il vino lo ha fatto da sempre, puntando all’eccellenza, quindi dando un valore aggiunto al vino siciliano. Crederci, anche negli anni più duri, ha portato i suoi frutti ed ecco distinguersi il marchio Principe di Corleone. Ridente Angelica è un omaggio alla Sicilia e al Grillo, tra le varietà più interessanti in fatto di vini bianchi. Anche se lo chiameranno vino “diretto” non lasciatevi ingannare, perché al naso e al gusto ci sa fare, risultando pieno e di carattere. Aperto in una serata pigra risolleva gli animi semplicemente ricordando quei profumi agrumati della lontana Sicilia. Un calice da condividere proprio “senza pensieri”.

Lessini Durello Dosaggio Zero 2013 – Gianni Tessari

L’uva durella ha bisogno di pazienza e lo sa bene Gianni Tessari che, negli anni, ha imparato a Governarla. I suoi spumanti che raccontano della Lessinia si stappano con una promessa, quella di dimenticare i classici descrittori che una bollicina può dare. Quindi basta con crosta di pane, pasticceria, lievito e via dicendo, spazio a sentori agrumati e forzuti che non si perdono neanche al gusto. Il Dosaggio Zero 2013 da uva Durella in purezza, in dieci anni, si presenta così e ci promette uno spumante unconventional, perfetto per le occasioni speciali, proprio come le annate in cui viene prodotto. 

Refulù Greco 2022 - Casa Comerci

Tra le bevute estive più interessanti ci sono certamente le calabresi e Casa Comerci prende un posto nel nostro cuore con il suo Greco in purezza. Un lavoro frutto di una visione che il tempo ha alimentato, quello di portare in tavola una storia normale, quella di una famiglia, dove sacrificio e lavoro sono la parola d’ordine. Da Casa Comerci l’auspicio è saper dare il massimo, oltre a garantire autenticità al vino senza intervenire eccessivamente. Piace per la sua franchezza e per la visione di Calabria d’eccellenza.

Nero d’avola e Syrah Santagostino Baglio Sorie 2018 Terre Siciliane Igp - Firriato

Nero d’Avola e Syrah, la sintesi del rosso siciliano senza limiti e tempo, secondo Cantina Firriato. Un vino perfetto per le feste perché completa le tavole più eleganti mettendosi a proprio agio portata dopo portata. Santagostino Baglio Sorìa Rosso è sinonimo di tradizione ed è per questo che da oltre 30 annate fa successo. Ci è piaciuto perché ha saputo accompagnare degnamente la tavola natalizia mettendo tutti d’accordo e raccontando la Sicilia che ci piace, quella con un alone di mistero da scoprire.

Bonus Track

Anche per il 2023 non mancano le bonus track per calici inediti.

Tai Rosso 2022- Cantina Mattiello

Andrea Mattiello la sua terra la sa raccontare proprio come si deve e all’appello è tornato il suo Tai Rosso, con una nuova etichetta. Franco, piacevole al naso e al gusto, è la sintesi di ciò che dovrebbe essere il territorio di Costozza e i Colli Berici. È un vino adatto per far compagnia ad aperitivi scanzonati, ma anche a cene più austere, dando l’entusiasmo che serve a tavola. Non chiamatelo vino semplice, parola di Andrea.

Aliki 2022 Toscana IGP – Podernuovo

Malbec di Toscana, rosato, un esperimento importante e ben riuscito quello di Povernuovo a Palazzone, il progetto firmato Giovanni Bulgari. Un vino fresco e profumato che non perde la sua identità, adatto per quelle pigre giornate estive che sembrano proprio non voler finire mai, e per fortuna diremmo. Un calice inedito, omaggio alla madre di Giovanni, Alice, e anche all’incantevole spiaggia di Aliki. Un binomio che lascia già immaginare sorsi leggeri e piacevoli.

San colombano Doc Rosso Fermo – Azienda Agricola Guglielmini

La collina di San Colombano, che si eleva inaspettata tra la pianura lodigiana e la bassa pavese, è un piccolo paradiso che guarda Milano e conserva un pezzo di una storia di altri tempi. Oggi è la dimora dei vigneti dell’unica D.O.C. meneghina e di cui la Famiglia Guglielmini conserva la memoria coltivando l’uva di San Colombano. Una storia importante, che scavalla il mezzo secolo, valorizzata grazie all’opera di Giuseppe Guglielmini. Il San Colombano da Barbera, Croatina e Uva Rara ci è piaciuto per la sua forza e piacevolezza su un pranzo importante, o anche per un calice easy. Servito alla giusta temperatura, anche d’estate fa la sua bella figura a tavola.