Etna DOC si trasforma. Al via l’iter per diventare DOCG
Nata nel 1968, oggi la storica denominazione Etna DOC inizia il percorso per diventare DOCG. La decisione è emersa a seguito dell’assemblea...
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Un buon vino è capace di risvegliare in noi emozioni e sensazioni uniche. Ecco perché è sempre raccomandato assumere sempre vino di qualità certificata. Ma è possibile trovare difetti di odore in bottiglia? Certo. Ecco perché è importante saperli riconoscere e classificare. Questo è il tema che ha animato il seminario dedicato a “I difetti olfattivi del vino” che si è svolto a Barletta sabato 22 febbraio, a cura dell’Ais Bat Svevia.
La ricercatrice e docente in enologia, dott.ssa Maria Tiziana Lisanti ha risvegliato in sommelier e aspiranti tali, sensazioni olfattive a volte sopite e ha messo alla prova i nasi anche più allenati alla ricerca del difetto di uve, fermentazione e affinamento e conservazione.
Otto preparazioni con una base vino sono state le protagoniste del seminario. Ognuna di queste è stata addizionata con sostanze chimiche odorose che rimandano a diverse problematiche che possono rivelarsi presenti in un vino.
È stato analizzato l’aspetto relativo ai difetti derivanti dalle uve (odori erbacei, odori dovuti ad attacchi fungini), difetti sviluppati durante la fermentazione alcolica (odori di ridotto) e altri sviluppati durante l’affinamento e la conservazione (ossidazione, fenolico, tappo).
Imparare a conoscere e distinguere alcuni sentori poco piacevoli nel vino è essenziale per poter esercitare al meglio la propria attività di sommelier. Essenziale è anche la conoscenza delle condizioni che ne favoriscono la comparsa, procedendo poi alla spiegazione dell’eventuale correzione e, soprattutto, di prevenzione.
Saper riconoscere i difetti olfattivi nel vino è una questione del tutto soggettiva, basata sulla propria soglia di percezione. Ecco perché non tutti riescono a percepirli nella stessa intensità. Un seminario illuminante che apre nuovi orizzonti nella cultura del vino, spesso troppo sottovalutata.
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