Il Tribunale UE mette un punto sulla diatriba tra Bolgheri e Bolgarè: è Bolgheri a vincere
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Dopo l’intesa nella Conferenza Stato Regioni, è stato firmato dal ministro Centinaio il decreto che regola l’enoturismo. Si tratta di un provvedimento richiesto dagli addetti del settore che da tempo richiedevano una disciplina specifica. Nel decreto sono stati inseriti tutti i requisiti utili per esercitare l’attività enoturistica.
L’obiettivo qual è? Raccontare il vino in tutte le sue forme, produzione, vigneti e cantine. In questo modo si crea una certa competitività per le imprese vitivinicole volte ad incoraggiare una voce attiva del bilancio che presenta ampi margini di crescita. Ma non solo, il tutto è volto a valorizzare i paesaggi viticoli ma anche il vino, attirando turisti nei luoghi di produzione e nei territori suggestivi.
Il nuovo modello culturale del tutto innovativo, ha riconosciuto la valenza sia dei territori che del vino stesso, confermando l’evoluzione nel campo che porterà effetti positivi dal punto di vista economico, commerciale ma anche sociale.
Il Decreto Ministeriale disciplina tutte le attività che sono rivolte alla conoscenza dei vini e correlati territori, soprattutto nelle aree dove vengono prodotte IGP e DOP, proponendo visite guidate in vigna con relativa vendemmia didattica. Sono regolate le visite in cantina dove si propongono degustazioni di vini e cibi solo freddi, tipici del territorio.
Nel Dm sono previsti i requisiti di servizio standard ma anche tutti i requisiti per rientrare nel programma. Sarà necessario prima di tutto, assicurare un servizio ricettivo di almeno tre giorni a settimana, con un sistema di prenotazione delle visite informatizzato. Quindi le cantine dovranno dotarsi di un sito web e in cantina predisporre una cartellonistica adeguata, rispettando gli standard di accoglienza.
Si sa che all’articolo 2135 del codice civile viene disciplinato lo status dell’imprenditore agricolo in relazione alle attività connesse. Si intendono connesse tutte le attività dirette alla trasformazione, manipolazione e commercializzazione nonché valorizzazione del prodotto ottenuto nel processo produttivo.
In questo range è stato possibile riconoscere l’attività enoturistica come attività connessa a quella principale. In questo modo si va a diversificare e aumentare l’offerta con un approccio multifunzionale, a patto che siano rispettate semplici regole.
Le degustazioni dei vini si sa, devono essere condotte dal personale competente e adeguatamente formato. Il Decreto Ministeriale quindi prevede che Regioni e Province autonome, devono disporre percorsi di formazione sia teorici che pratici adatti a garantire al turista un livello alto del servizio offerto, con rispetto degli standard previsti dal decreto.
Con la legge sull’enoturismo l’obiettivo è quello di dare alle viti ma anche ai paesaggi viticoli un compito importante, quello dell’effetto traino. Grazie a tale risorsa, si va ad accrescere e incentivare il turismo italiano, grazie alle attività produttive del territorio, generando attrazione nei confronti del visitatore e poi consumatore.
Enoturismo: in Toscana è legge |
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