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Le bollicine francesi nel post Covid e alla luce dell’incertezza politica mondiale decretano un nuovo successo. Nel 2021 cresce ancora il volume delle importazioni e il risultato è davvero positivo. Secondo le stime aggiornate si va verso un 2032 in cui il giro d’affari toccherà la cifra di 11,5 miliardi di dollari. A fare da capofila in questa impresa ci saranno gli asiatici che vanno proprio pazzi per lo Champagne.
Lo Champagne piace ancora tanto e a dimostrarlo è una produzione in continuo aumento che conta, solo oggi, 320 milioni di bottiglie per un valore di 5.4 miliardi di euro. Ad assicurarsene un bel po’ di queste bollicine ci pensa da sempre il mercato anglosassone, Stati Uniti e Regno Unito, senza dimenticare l’Australia che registra un aumento di consumi di bollicine del 40%. A confermare un trend in salita è Luigi Sangermano, l’AD di Laurent-Perrier Italia che parla di fatturati record ma anche di nuovi mercati, profilando consumatori diversi dal solito. Si parla degli orientali che si stanno rivelando una vera risorsa per il mercato dello Champagne. È proprio qui che si stima un vertiginoso aumento in fatto di consumo di champagne e l’apertura di un canale privilegiato porterà a raggiungere tra soli 10 anni, un giro d’affari di circa11.5 miliardi (+64% in 10 anni). Il lusso piace anche a Cina e India, ed è qui che il 2021 “frizzante” si è concluso con esportazioni record e un giro d’affari che ha toccato 5,7 miliardi di euro. La Francia, patria dello Champagne, conferma un consumo interno costante e soddisfacente, ma è l’export a fare gola con i suoi numeri da capogiro: 180 milioni di spedizioni, 37% in più del 2020 e 15% in più del 2019.
E l’Italia che fa? Qui lo Champagne riscuote sempre un grande successo e risulta ancora nella top ten dei consumatori di bolle. Si riconferma quinto sbocco per giro d’affari e settimo per volume con 9,2 milioni rilevati dai dati del 2021. Una rinascita per il nobile Champagne che dopo il 2020, anno di difficoltà per il mondo interno, ha risentito dei mancato “botti celebrativi”.
Lo Champagne sembra augurare una serie di nuove prospettive a cui guardare come l’aumento della capacità di spesa globale, la crescita delle economie in via di sviluppo, l’introduzione a un nuovo modo di concepire l’enogastronomia che con le bolle ci va a nozze, soprattutto in Oriente. Di questo passo il mercato orientale, in particolare l'indiano e il cinese dovrebbe arrivare a valere 630 milioni di dollari entro quest’anno, pari a circa il 18% del mercato globale. Su queste basi si profila una sfida importante, saper raccontare una grande tradizione enologica a chi, fino a pochi anni fa, non ne aveva conoscenza. Questa sarà la sfida futura da vincere a suon di cin cin.
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