Donna di alto profilo si è sempre spesa per la valorizzazione della sua terra, Ruché compreso. A lei si deve il riconoscimento della DOC nel 1987.
Si è spenta a 78 anni Lidia Bianco, sindaca di Castagnole Monferrato per 25 anni e donna di cultura eccelsa, da sempre impegnata a valorizzare il vino locale e le bellezze del territorio. La sua lungimirante visione pose le basi per il successo enologico internazionale del Ruché. Verso la fine degli anni settanta infatti, con il parroco don Giacomo Cauda, si impegnò nella rivalutazione qualitativa del vitigno, fino a ottenerne nel 1987 la DOC, allora la più piccola denominazione d’Italia.
Oggi il Ruché viene prodotto in soli sette comuni dell’astigiano e nel 2010 ha ottenuto la DOCG.
«La conoscevamo tutti personalmente – la ricorda Luca Ferraris, Presidente dell’Associazione Produttori del Ruché – io ero ragazzino e lei già mi parlava del potenziale del nostro vino, in cui ha sempre creduto e investito. La sua lungimiranza è stata per noi fondamentale perché ha portato il riconoscimento della denominazione, primo passo per far conoscere le nostre colline in tutto il mondo. Il suo sogno – continua Ferraris - era quello di vedere i diversi produttori riuniti con l’obiettivo di crescere assieme per far rifiorire il paese dopo l’industrializzazione degli anni ’60. Siamo fieri, come Associazione, di aver contribuito a realizzare un suo desiderio.»
Lidia Bianco, nonostante fosse astemia, amava il Ruché in quanto frutto più pregiato di una terra alla quale era profondamente legata. A lei si deve anche il premio culturale Castagna d’or, creato nel 1982 e che ha premiato oltre 200 personaggi illustri nei diversi anni.
Eletta Sindaca nel 1978, ha guidato il comune di Castagnole Monferrato fino al 1995, con un nuovo ultimo incarico dal 1997 fino al 2002, quando ha passato il testimone all’attuale Sindaco Francesco Marengo.
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